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Bonus Sud insieme a MB Office "Together Us Project"

Bonus Sud e Transizione 4.0: credito d’imposta fino al 65%

Due misure cumulabili che rendono ancor più convenienti gli investimenti nel Mezzogiorno: parliamo dei Bonus Sud e Transizione 4.0, che insieme generano un credito d’imposta fino al 65% delle spese ammesse ed effettuate entro il 31 Dicembre 2023

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Bonus Sud e Transizione 4.0: credito d’imposta fino al 65%

Due misure cumulabili che rendono ancor più convenienti gli investimenti nel Mezzogiorno: parliamo dei Bonus Sud e Transizione 4.0, che insieme generano un credito d’imposta fino al 65% .

La novità che ha portato il governo a riadattare il piano è l’introduzione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza creato per promuovere la ripresa dalla crisi pandemica.

Il PNRR, conosciuto anche come Italia domani, è il progetto del governo per accedere al fondo Europeo del Next Gen EU, un pacchetto da 750 miliardi di euro progettato per rispondere agli effetti devastanti della pandemia del COVID-19 sulle economie dei paesi membri.

La tranche Italiana del piano ammonta a 235,12 miliardi di euro che verranno rilasciati in 6 anni, dal 2021 al 2026. Tra gli obbiettivi della misura figura anche l’ammodernamento del tessuto produttivo, incluso nel piano di transizione 4.0.

All’interno del pacchetto del PNRR rientra anche il piano di transizione 4.0 da 18,43 miliardi, il cui scopo è quello di sostenere la trasformazione digitale, l’innovazione, e la competitività del sistema produttivo.

Le novità dal 2023 al 2025
Il governo Meloni ha approvato un decreto legge il 16 febbraio 2023 che apporta numerose modifiche al PNRR, volto a semplificare le procedure necessarie per l’attuazione del piano.

Il cambiamento principale — che prescinde dal decreto legge sopra citato — riguarda le aliquote del credito e il limite massimo di investimenti contemplati dalle agevolazioni fiscali; vediamole insieme.

Cominciamo dalla formazione 4.0.Non è più prevista l’erogazione di crediti d’imposta per nuove attività di formazione 4.0. Puoi ancora richiedere il credito per le spese di formazione che hai sostenuto nel 2022, ma se eroghi nuova formazione adesso non riceverai alcuna agevolazione.

Anche il credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica cambia dal 2023. Fino al 2022 veniva riconosciuto un credito d’imposta pari al 20% della relativa base di calcolo, fino a un massimo di 4 milioni di euro. Dal 2023 fino al 2031, invece, l’aliquota passa al 10%, nel limite massimo annuale di 5 milioni di euro.

Le novità più importanti sono quelle sul credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, anche in questo caso con aliquote riviste al ribasso. Tanto per cominciare, vengono aboliti super- ed iper-ammortamento; l’unica agevolazione fiscale disponibile dal 2023 è il credito d’imposta.

Quali sono i vantaggi del piano di transizione 4.0
Le massicce risorse messe in campo dal governo per il piano di transizione 4.0 porteranno una serie di vantaggi al Paese:

Aumento della competitività. Gli incentivi agli investimenti contribuiscono a svecchiare il tessuto produttivo Italiano, con aumento della produttività e della competitività delle aziende sul mercato globale.

Maggiore resilienza. Le aziende che non sfrutteranno gli incentivi rimarranno indietro rispetto alla concorrenza, e saranno in una posizione più debole nel mercato del futuro.

Migliore sostenibilità. La sostenibilità è un argomento che sta a cuore a tutti, consumatori inclusi. Col piano di transizione puoi rendere i tuoi processi produttivi più sostenibili dal punto di vista ambientale, e sarai pronto a fronteggiare eventuali regolamentazioni ambientale che potrebbero arrivare in futuro.

Più innovazione. L’innovazione tecnologica corre a ritmi pazzeschi, ma in Italia tende ad arrancare rispetto ad altre aree del mondo. Col piano di transizione le aziende Italiane possono investire di più in innovazione, che porta a prodotti e processi migliori.

Una forza lavoro più moderna. La modernizzazione dell’apparato produttivo aumenterà la richiesta di figure specializzate nel mercato del lavoro. Questo alzerà il livello di educazione medio del Paese, con grossi vantaggi per tutta la popolazione.

Come funziona il credito d’imposta per il Mezzogiorno?
Il credito d’imposta Investimenti nel Mezzogiorno è uno strumento di finanza agevolata che incentiva l’acquisto di beni strumentali nuovi che fanno parte di un progetto di investimento iniziale nelle regioni del Mezzogiorno e nelle Zone Economiche Speciali (ZES).

Il credito d’imposta Investimenti Mezzogiorno:

- ha natura di contributo in conto impianti;
- è tassabile ai fini delle imposte sui redditi ed Irap;
- è utilizzabile in compensazione nel modello F24;
- è calcolato in percentuale sulla base dell’importo dell’investimento effettuato tra il 1° gennaio 2016 ed il 31
dicembre 2023.

Il credito d’imposta Investimenti nel Mezzogiorno è rivolto a tutte le imprese che effettuano investimenti:

nelle seguenti regioni: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Abruzzo e Molise;
nelle ZES: Abruzzo; Calabria (Porto di Gioia Tauro), Campania (Porto di Napoli), Puglia e Basilicata (Porto di Taranto – ZES Interregionale), Puglia e Molise (Porto di Bari – ZES Interregionale), Sardegna (Aree portuali), Sicilia Occidentale, Sicilia Orientale; facenti parte di un progetto di investimento iniziale (creazione nuovo stabilimento/diversificazione della produzione/acquisizione di attivi facenti parte di uno stabilimento in via di chiusura); relativi all’acquisto di beni materiali strumentali nuovi.
Con riferimento alle sole Zone Economiche Speciali (ZES), il credito d’imposta agevola anche l’acquisto di terreni e l’acquisizione, realizzazione o ampliamento di immobili strumentali agli investimenti.

Per le Regioni agevolate, ad eccezione dell’Abruzzo, il credito d’imposta è attribuito nella misura massima d’aiuto consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027:

Piccole Imprese: 45%
Medie Imprese: 35%
Grandi Imprese: 25%.

Per la Regione Abruzzo l’intensità massima dell’aiuto è pari al:

Piccole Imprese: 30%
Medie Imprese: 20%
Grandi Imprese: 10%

Come funziona Transizione 4.0 – credito d’imposta per stimolare gli investimenti?

Il Piano Transizione 4.0 invece si compone di 3 misure:
• Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali
• Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design
• Credito d’imposta formazione 4.0

Il piano transizione 4.0 separa i beni strumentali in due categorie — beni materiali e immateriali, ciascuno con le proprie aliquote:

I beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati.
Questi sono i macchinari di ogni tipo, oltre che sensori e dispositivi intelligenti per l’interconnessione.

I beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati.
Questi sono i software necessari a connettere e gestire i macchinari.

Le aliquote del credito d’imposta sono divise in scaglioni sulla base della somma investita. Cominciamo con le novità del 2023-2025 per i beni strumentali materiali:

- Fino a 2,5 milioni di euro l’aliquota passa dal 40% al 20%
- Dai 2,5 fino ai 10 milioni di euro l’aliquota passa dal 20% al 10%
- Dai 10 ai 20 milioni di euro l’aliquota passa dal 10% al 5%

C’è anche una nuova voce nel 2023: 5% del costo per la quota di investimenti superiore a 10 milioni fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 50 milioni di euro degli investimenti inclusi nel PNRR, diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione.

Per quanto riguarda invece i beni strumentali immateriali, il limite massimo di investimento è 1 milione di euro. Quello che cambia è l’aliquota: nel 2022 la quota di credito d’imposta che ricevevi era pari al 50% della soma investita; nel 2023 la quota scende al 20%, nel 2024 al 15%, e nel 2025 a 10%.

La MB Office si è specializzata nel Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali:

Un incentivo del 20% recuperabile nei 3 anni successivi sotto forma di credito di imposta, su un acquisto che deve essere effettuato entro e non oltre il 31 dicembre 2025, versando un acconto al fornitore/venditore, con consegna prevista entro il 30 giugno 2026.

A conti fatti, la cumulabilità delle due misure Bonus Sud e Transizione 4.0 può portare a una detraibilità d’imposta fino al 65% delle spese ammesse, rivelandosi un’opportunità unica per tutte le imprese del Sud che vogliono attuare l’innovazione ed evolvere i loro processi produttivi.

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• Tempi di approvvigionamento e costi di produzione ridotti;
• Riduzione dei costi di pre-stampa, evitando sprechi e stoccaggio di grandi quantità;
• Valore dell’investimento ridotto al minimo, grazie agli incentivi statali fino al 31/12/22

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